Descrizione
A proposito della visita pastorale dell'Arcivescovo di Torino nel 1769 a Lemie, don Luigi Caccia cita dai decreti arcivescovili che per l'Arcivescovo " Si doveva però approntare al più presto tabellam referentem imaginem SS. mae Sindonis da appendersi alla parete sopra l'altare: ed è evidentemente la decorosa tela ancor oggi esistente". Infatti, come descrive Gian Giorgio Massara, nella cappella è custodito un dipinto che raffigura "...la Sindone annodata agli angoli superiori e la duplice immagine del corpo di Gesù resa con veristica anatomia. La corona di spine, tre chiodi contorti (secondo il gusto dell'età barocca, come conferma un dipinto conservato presso l'Accademia Albertina di Torino) simboleggiano e confermano la passione di Cristo. La tela è oggi in un luogo protetto.
L'ipotesi del passaggio della Sindone in Val di Viù è stata avanzata da don Luigi Caccia, in un suo articolo sul bollettino parrocchiale di Lemie. A sostegno di questa ipotesi alcune considerazioni tratte da articoli di G. Donna d'Oldenico sui possibili itinerari percorsi dalla Sindone nel 1535 e nel 1578. I numerosi reperti sparsi nella Val di Viù sembrano inoltre fornire una traccia di itinerario. Si sa per certo che nel 1578 la Sindone venne definitivamente trasportata a Torino. Emanuele Filiberto, il nuovo duca di Savoia, aveva deciso di trasferire la capitale da Chambery a Torino e con essa la Santa Reliquia. Occorreva quindi un passaggio discreto che fosse il più breve e comodo possibile. Essendo l'alta Val di Susa percorsa dagli Ugonotti e la Valle d'Aosta minacciata dai Calvinisti, la scelta avrebbe potuto effettivamente ricadere sulla Val di Viù, abbastanza nascosta, perciò più sicura. La spedizione incaricata del trasporto avrebbe attraversato il Colle dell'Autaret fino a raggiungere Usseglio, poi Lemie e risalendo lo sperduto vallone di Richiaglio, sarebbe scesa a Val della Torre in modo da arrivare a Lucento dove il duca di Savoia attendeva trepidante la ospirata Reliquia.
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Pagina aggiornata il 30/11/2023 12:12:00